1946

Nato nel 1906, Emilio De Marchi fu un vero pioniere del ciclismo moderno. Nel 1946 fondò il Maglificio Sportivo De Marchi a Conegliano con l’obiettivo di fornire abbigliamento ciclistico di qualità alla comunità ciclistica locale. Adattando una vecchia macchina da tessitura iniziò a produrre teli di lana compatti con cui cucire maglie particolarmente resistenti che vennero molto apprezzate dalle squadre dell’epoca.

1948

Un non più giovane Bartali, soprannominato “Ginettaccio” per il suo carattere schietto, contribuì non poco alla pacificazione dell’Italia a seguito dell’attentato a Togliatti vincendo uno storico Tour de France nel 1948. Amico personale di Emilio De Marchi, le squadre di Bartali vestirono abbigliamento De Marchi diverse volte durante la sua lunga carriera, come corridore e come direttore sportivo.

1951

Un Bobet distrutto dalla fatica dopo l’epica vittoria allo sprint contro il connazionale Barbotin durante la Milano-Sanremo del 1951 avrebbe suggerito ad Emilio De Marchi (primo a sinistra nella foto) di iniziare ad usare le zip al posto dei bottoni nelle maglie da ciclismo. Consiglio che sarebbe presto stato seguito ed avrebbe presto portato alla realizzazione della prima maglia ciclistica con cerniera marca RiRi, Svizzera, di li a poco.

1953

Fausto Coppi fu certamente il più vincente ed elegante ciclista della cosiddetta “epoca d’oro”. Il suo risultato più significativo fu probabilmente la vittoria del campionato mondiale su strada a Lugano, nel 1953. In suo onore Elda De Marchi creò una maglia iridata che il “campionissimo” vestì molte volte fino al successivo mondiale, come da tradizione. La maglia originale è ora conservata presso il museo del Ghisallo, sul lago di Como

1964

Un semisconosciuto Mario Zanin, neo campione d’Italia dilettanti con la maglia dell’Unione Ciclistica Vittorio Veneto, un club locale  fornito da De Marchi, vinse tra la sorpresa generale la gara in linea alle olimpiadi di Tokyo del 1964, sbaragliando una concorrenza agguerrita durante un incredibile sprint al fotofinish sotto una pioggia battente. Primo al traguardo per un centesimo di secondo, Zanin ricorda di essere stato accolto al suo ritorno in Italia da un trionfante Emilio De Marchi con in mano una maglia di campione olimpico fatta espressamente per lui.

1978

A metà anni settanta Francesco Moser, denominato “lo sceriffo” per la sua naturale abilità di leader del gruppo, divenne prepotentemente protagonista della scena ciclistica, vincendo un numero impressionante di competizioni, specialmente all’estero, tra cui si ricordano tre Parigi-Roubaix con maglia Sanson realizzata da De Marchi ed un campionato del mondo in linea, nel 1977.